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Le possibili conseguenze della violenza domestica

Subire violenza da una persona alla quale si è legati intimamente genera ferite profonde. Le lesioni fisiche sono soltanto la punta di un iceberg sommerso potenzialmente in grado di fare danni nel profondo dell'animo. Quali sono gli effetti più gravi sulle vittime? E quali possono essere le ripercussioni su figli e conviventi?

Quando si parla di violenza domestica si pensa principalmente ai danni fisici, al dolore diretto che subisce nell'immediato la vittima degli abusi. Ma le conseguenze di certi atti deprecabili sono tante, si protraggono nel tempo e non colpiscono soltanto la persona sotto attacco. Questo genere di violenza modifica sostanzialmente i rapporti di tutti i membri del nucleo familiare, difficilmente recuperabili. Vediamo quindi quali sono le conseguenze più gravi e pericolose, dirette e indirette, di gesti e comportamenti violenti. Per capire ancora di più che prevenire e affrontare la violenza domestica va fatto per proteggere le vittime, per preservare l'integrità e il benessere di intere famiglie e di tutta la comunità e anche per rimuovere quel substrato culturale retrogrado che ancora ci impedisce di realizzare appieno la parità di genere promossa, oltre sessant'anni fa, dalla nostra Costituzione.

 

Il dolore fisico

Quando l'abuso è sul corpo i danni sono evidenti: graffi, lividi, fratture ossee, lesioni cerebrali e perfino omicidi della vittima o dell'aggressore, talvolta anche di chi ci si trova "in mezzo" perché vive sotto lo stesso tetto o perché è testimone dei fatti. Le vittime possono anche sviluppare disturbi fisici, tra cui le malattie cardiache e i disturbi gastrointestinali. Le conseguenze, anche permanenti, sono devastanti per tutte le parti coinvolte e per la società.
 

Le ferite dell'anima

La violenza psicologica può causare nelle vittime, nei figli e nei familiari, problemi d'ansia, depressione, attacchi di panico, disordini alimentari e del sonno, perdita di autostima, disturbo post-traumatico da stress ed altri problemi psichici a lungo termine. La perdita di fiducia nei confronti di un compagno o di un genitore, figure che si reputano protettive ed accudenti, si accompagna ad una profonda tristezza. I bambini/ragazzi coinvolti possono sviluppare disturbi comportamentali ed avere un peggioramento del rendimento scolastico.

 

L'isolamento

La violenza si esprime spesso nel controllo e nella limitazione della libertà della vittima, che ha difficoltà ad avere contatti con gli altri e a cercare aiuto. Ecco perché spesso ci si ritrova isolati da amici e parenti, dalla comunità, perché ci si vergogna di parlarne o perché si pensa che nessuno possa capire la situazione. L'isolamento aggrava il senso di impotenza e di dipendenza dall'aggressore, creando un circolo vizioso che ostacola la ricerca di aiuto e di soluzioni al problema.

Le difficoltà economiche

Chi vede negarsi l'accesso alle risorse finanziare difficilmente avrà quell'indipendenza economica che può consentirgli la fuga da una situazione di violenza. Ma è possibile avere problemi finanziari anche se si ha difficoltà a svolgere il proprio lavoro e a mantenerlo, a causa di frequenti assenze dovute allo stress o alla necessità di nascondere lividi e ferite. Spesso le vittime spesso perdono il lavoro e ciò può compromettere il sostentamento economico, alle prese con ulteriori spese come quelle legali, mediche o di alloggio.

 

Le disfunzioni familiari

I comportamenti violenti possono minare profondamente i rapporti familiari, generando problemi di comunicazione tra i membri del nucleo che perdono la fiducia reciproca. Inoltre, un ambiente emotivamente tossico ed instabile compromette in maniera significativa lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini che, a causa dei traumi subiti, potrebbero avere comportamenti violenti. Non c'è niente di peggio, per un figlio, che perdere la stima di un genitore.


I rischi futuri

I bambini che assistono o che vivono in famiglie in cui la violenza è accettata, una volta adulti avranno maggiori probabilità di diventare a loro volta vittime o perpetratori di violenza domestica, seguendo un ciclo distruttivo che è il risultato di modelli di comportamento inadeguati e di traumi non risolti. Questo ciclo si definisce ciclo intergenerazionale di violenza è un fenomeno complesso e dannoso, molto diffuso, le cui vittime sono principalmente i membri più vulnerabili della famiglia. Chi cresce in un ambiente violento tende infatti a considerare "normale" replicare certi modelli di comportamento in altre famiglie e situazioni, anche lavorative.

Stop al ciclo intergenerazionale di violenza!

Non innescare o interrompere la violenza di generazione in generazione è possibile e doveroso. Per farlo occorre intervenire precocemente e in modo organizzato: offrendo aiuto e consulenza psicologica alle vittime, anche per imparare a riconoscere i segnali che preannunciano gli abusi; insegnando ai giovani, nelle scuole e nelle comunità, come evitare atteggiamenti violenti; facendo leggi, regole e programmi che favoriscano rapporti familiari sani; sostenendo le famiglie che stanno passando momenti difficili affinché imparino ad affrontare i problemi e a risolvere i litigi senza l'uso della forza. Solo attraverso un impegno collettivo e una consapevolezza diffusa è possibile interrompere il ciclo intergenerazionale di violenza e creare un ambiente familiare sicuro e protettivo per le generazioni future.

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