Quando si parla di violenza domestica si pensa principalmente ai danni fisici, al dolore diretto che subisce nell'immediato la vittima degli abusi. Ma le conseguenze di certi atti deprecabili sono tante, si protraggono nel tempo e non colpiscono soltanto la persona sotto attacco. Questo genere di violenza modifica sostanzialmente i rapporti di tutti i membri del nucleo familiare, difficilmente recuperabili. Vediamo quindi quali sono le conseguenze più gravi e pericolose, dirette e indirette, di gesti e comportamenti violenti. Per capire ancora di più che prevenire e affrontare la violenza domestica va fatto per proteggere le vittime, per preservare l'integrità e il benessere di intere famiglie e di tutta la comunità e anche per rimuovere quel substrato culturale retrogrado che ancora ci impedisce di realizzare appieno la parità di genere promossa, oltre sessant'anni fa, dalla nostra Costituzione.
La violenza psicologica può causare nelle vittime, nei figli e nei familiari, problemi d'ansia, depressione, attacchi di panico, disordini alimentari e del sonno, perdita di autostima, disturbo post-traumatico da stress ed altri problemi psichici a lungo termine. La perdita di fiducia nei confronti di un compagno o di un genitore, figure che si reputano protettive ed accudenti, si accompagna ad una profonda tristezza. I bambini/ragazzi coinvolti possono sviluppare disturbi comportamentali ed avere un peggioramento del rendimento scolastico.
La violenza si esprime spesso nel controllo e nella limitazione della libertà della vittima, che ha difficoltà ad avere contatti con gli altri e a cercare aiuto. Ecco perché spesso ci si ritrova isolati da amici e parenti, dalla comunità, perché ci si vergogna di parlarne o perché si pensa che nessuno possa capire la situazione. L'isolamento aggrava il senso di impotenza e di dipendenza dall'aggressore, creando un circolo vizioso che ostacola la ricerca di aiuto e di soluzioni al problema.
Chi vede negarsi l'accesso alle risorse finanziare difficilmente avrà quell'indipendenza economica che può consentirgli la fuga da una situazione di violenza. Ma è possibile avere problemi finanziari anche se si ha difficoltà a svolgere il proprio lavoro e a mantenerlo, a causa di frequenti assenze dovute allo stress o alla necessità di nascondere lividi e ferite. Spesso le vittime spesso perdono il lavoro e ciò può compromettere il sostentamento economico, alle prese con ulteriori spese come quelle legali, mediche o di alloggio.
I comportamenti violenti possono minare profondamente i rapporti familiari, generando problemi di comunicazione tra i membri del nucleo che perdono la fiducia reciproca. Inoltre, un ambiente emotivamente tossico ed instabile compromette in maniera significativa lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini che, a causa dei traumi subiti, potrebbero avere comportamenti violenti. Non c'è niente di peggio, per un figlio, che perdere la stima di un genitore.
Non innescare o interrompere la violenza di generazione in generazione è possibile e doveroso. Per farlo occorre intervenire precocemente e in modo organizzato: offrendo aiuto e consulenza psicologica alle vittime, anche per imparare a riconoscere i segnali che preannunciano gli abusi; insegnando ai giovani, nelle scuole e nelle comunità, come evitare atteggiamenti violenti; facendo leggi, regole e programmi che favoriscano rapporti familiari sani; sostenendo le famiglie che stanno passando momenti difficili affinché imparino ad affrontare i problemi e a risolvere i litigi senza l'uso della forza. Solo attraverso un impegno collettivo e una consapevolezza diffusa è possibile interrompere il ciclo intergenerazionale di violenza e creare un ambiente familiare sicuro e protettivo per le generazioni future.