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Venerdì 9 maggio 2025
Environmental
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Agricoltura tradizionale e impatto ambientale

Gli effetti nascosti dell’agricoltura intensiva compromettono le risorse vitali e il futuro degli ecosistemi

 


L’agricoltura è da sempre alla base della sopravvivenza umana, ma oggi il nostro attuale modello agricolo è tutt'altro che sostenibile... Pur rispondendo alla crescente domanda alimentare globale, sta mettendo a rischio suolo, acqua e biodiversità. È un sistema che inquina e danneggia i suoli, compromette la biodiversità e il futuro degli ecosistemi, danneggia il benessere umano, causa danni economici.

 

🌍  Un costo elevato per il pianeta


Quando pensiamo all’agricoltura ci vengono in mente immagini di campi verdi, frutta matura e mani operose. Ma l’agricoltura intensiva moderna nasconde un impatto ambientale profondo e spesso invisibile. Per aumentare la produttività vengono infatti utilizzate sostanze come fertilizzanti chimici, pesticidi e monoculture estese che, a lungo termine, impoveriscono il suolo e inquinano le falde acquifere. Il modo in cui coltiviamo il cibo ha un impatto profondo sull’ambiente! Secondo la FAO oltre un terzo dei suoli del pianeta è degradato. Un suolo impoverito non solo produce meno, ma è anche meno capace di assorbire l’acqua e resistere all’erosione. Questo significa più alluvioni, meno raccolti e maggiore instabilità alimentare. E non solo!




Gli effetti sulla salute


Per proteggere frutta e verdura da insetti e muffe vengono usati pesticidi e conservanti chimici. Queste sostanze restano spesso sul prodotto o penetrano al suo interno, rendendole impossibili da eliminare con il semplice lavaggio. Di conseguenza, quando mangiamo questi alimenti ingeriamo anche residui nocivi. Con il tempo queste sostanze si accumulano nell’organismo e possono provocare disturbi al sistema nervoso, al fegato, agli ormoni. È un rischio silenzioso che riguarda tutti, come evidenziato dall’Istituto Superiore di Sanità.



Mix pericolosissimo


Uno dei problemi più gravi è legato all’uso intensivo dell’acqua. L’agricoltura è responsabile di circa il 70% del consumo globale di acqua dolce. In molte zone del mondo, questa risorsa viene prelevata più velocemente di quanto possa rigenerarsi naturalmente. Il risultato? Fiumi prosciugati, falde abbassate e interi ecosistemi acquatici compromessi. Inoltre, i pesticidi e i fertilizzanti chimici, una volta nei terreni, finiscono facilmente nei corsi d’acqua, con conseguenze pesanti sulla fauna e sulla qualità dell’acqua potabile. Uno studio dell’ISPRA ha rilevato residui di pesticidi nel 77% delle acque superficiali italiane. I dati rilevano presenze superiori ai limiti definiti dalla norma nel 28,3% dei punti di monitoraggio per le acque interne superficiali e nel 6,8% dei punti di monitoraggio per le acque sotterranee.

 


Alimentare un circolo vizioso


Le pratiche agricole industriali tendono a favorire poche varietà di piante – quelle più produttive – a discapito della biodiversità. Questo rende i campi più vulnerabili a malattie e parassiti, che a loro volta richiedono più pesticidi. Ma la perdita di biodiversità riguarda anche insetti impollinatori come le api, fondamentali per l’impollinazione di molte colture. La loro diminuzione, legata all’uso di pesticidi e alla perdita di habitat, mette in discussione l’intero sistema alimentare. Rispettare la biodiversità non è un lusso, ma una necessità per garantire la sicurezza alimentare futura.

 


Pensiamo alle alternative


La buona notizia è che cambiare rotta è possibile! E in molti lo stanno già facendo. È tempo di scegliere strade diverse, che uniscano produttività e rispetto per il pianeta. Come cittadini, consumatori e professionisti, possiamo sostenere pratiche più sostenibili, informandoci, facendo scelte consapevoli e spingendo le imprese a fare la propria parte. Pratiche come l’agricoltura rigenerativa, l’agroecologia e la permacultura stanno dimostrando che si può produrre cibo in modo abbondante senza distruggere il pianeta. Queste alternative puntano su:

  • Rotazione delle colture, per mantenere fertile il suolo
  • Uso di compost e tecniche naturali, per ridurre i fertilizzanti chimici
  • Protezione degli ecosistemi locali, con siepi, alberi e prati tra i campi.

Anche Konecta Italia fa la sua parte promuovendo filiere sostenibili, supportando progetti agricoli responsabili e integrando la sostenibilità ambientale nei propri processi interni.



Il futuro dell’agricoltura e quello del nostro pianeta
dipendono dalle decisioni che prendiamo oggi

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