Alzi la mano chi non ha mai pensato, dall'inizio del terzo millennio, che non c'è più il dovuto rispetto per le persone anziane. Generalizzare è sempre sbagliato, ragazzi educati ne esistono ancora per fortuna. Ma senza dubbio l'ossequio che si portava agli anziani nello scorso secolo è ormai un ricordo lontano. Di chi è la colpa? Cosa comporta tutto ciò?
In un mondo dove l'immagine impera, siamo sempre alla ricerca della perfezione estetica, che perseguiamo a dispetto della natura e degli anni che passano. Nessuno dice che sia sbagliato avere cura del proprio corpo, mantenerlo in allenamento e seguire un'alimentazione in grado di mantenere un perfetto stato di salute. Ma è altrettanto giusto inseguire una perenne giovinezza? Pretendere di avere lo stesso aspetto a sessanta come a vent'anni? Cercare di fermare il tempo è faticoso, costoso ma, soprattutto, dalle conseguenze inaspettate.
A chi faccio male, se non a me stessa, se mi opero per eliminare le rughe del viso, ingrandire il seno, sollevare i glutei? Apparentemente a nessuno. Ma è proprio così? Facendo le dovute eccezioni per tutti gli interventi che correggendo un difetto estetico mirano a risolvere un problema psicologico, comprensibili e sacrosanti, per davvero i ritocchini e le iniezioni sono così innocui? Si dice che nella vita la cosa che più conta è dare il buon esempio. Quale messaggio vogliamo dare ai nostri figli? Quello che deriva dalla nostra paura per l'età che avanza è un messaggio chiaro: vecchio è brutto. Ma in piena rivoluzione demografica, con una popolazione sopra i 55 anni destinata a raddoppiare fino a quasi 2 miliardi, quest'idea appare piuttosto inopportuna.
È proprio così: senza volerlo, insegniamo ai nostri figli che la vecchiaia è una cosa da scansare, dalla quale fuggire. Vogliamo vivere a lungo ma non vogliamo affrontare l'invecchiamento. Di conseguenza, tutti i valori legati all'età matura vengono meno, e la paura diffusa di perdere capacità e di avvicinarsi alla morte alimenta i pregiudizi contro gli anziani, portando a discriminazioni e alla negazione dei loro diritti. “Al giorno d'oggi, le persone anziane – a differenza di gruppi come donne, bambini, persone con disabilità, migranti o rifugiati – non sono tutelate da uno strumento universale specifico per i diritti umani" ha dichiarato Rosa Kornfeld-Matte, esperta indipendente delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata Internazionale delle persone anziane, che viene celebrata ogni anno il 1° ottobre.
L'esperta denuncia la mancanza di leggi specifiche per questa categoria che tengano conto delle esigenze di protezione particolari delle persone anziane. Leggi che esistono invece per altri gruppi vulnerabili. E conclude affermando che l'assenza di uno strumento giuridico specifico spiega anche la scarsa attenzione alle problematiche degli anziani nel contesto politico globale, compresi gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). È essenziale quindi che l'attuazione di questi obiettivi si fonda su un quadro normativo che garantisca l'inclusione di questa categoria nel lungo termine.
Intanto, proprio in occasione della Giornata, l'OMS ha lanciato l'innovativa applicazione digitale interattiva nota come App WHOP ICOPE Handbook, che fornisce una guida pratica per affrontare condizioni prioritarie tra cui limitazioni di mobilità, malnutrizione, perdita della vista e dell'udito, declino cognitivo, sintomi depressivi, assistenza sociale e supporto. Utilizzata insieme a un pacchetto di strumenti, l'app servirà anche a facilitare la formazione degli operatori sanitari e sociali per rispondere meglio alle diverse esigenze delle persone anziane.
Caterina Somma